Bari, culla del canottaggio pugliese

Una storia lunga oltre un secolo

Bari, con il suo splendido lungomare tra i più lunghi e affascinanti dell’Adriatico, è sempre stata una città legata al mare. Non sorprende, dunque, che proprio qui sia nato, oltre 140 anni fa, il canottaggio pugliese. Una disciplina che, nel tempo, ha intrecciato la sua storia con quella del territorio, trasformandosi in un simbolo di passione e resilienza.

Le origini: l’arrivo di Igino Pampana

Correva l’anno 1893 quando il dottor Igino Pampana, medico milanese trasferitosi a Bari come medico provinciale, diede vita a un progetto visionario. Grande appassionato del mare, Pampana fondò il sodalizio “Italia”, che offriva ai canottieri locali la possibilità di competere sotto una bandiera comune. L’associazione, però, non riuscì a superare le difficoltà economiche e si sciolse nel giro di pochi mesi.

Nonostante il fallimento iniziale, Pampana non si arrese. Nel novembre del 1894 fondò il Circolo Canottieri, con sede in via Abate Gimma 104, che poco dopo si trasferì in un capannone in legno sul mare per facilitare le attività remiere. Questo spazio, semplice ma funzionale, divenne il cuore pulsante del canottaggio barese.

La prima sede del Reale Circolo Canottieri Barion, in legno, e ‘Nderrelalanze

Il Barion e i suoi successi

Il Reale Circolo Canottieri Barion, nato nel 1899, vide subito un crescendo di successi sportivi. Il Principe di Napoli, futuro re d’Italia, ne divenne presidente onorario, conferendo prestigio al sodalizio. Sotto la guida del marchese Giuseppe Romanazzi Carducci, il club vide il suo primo equipaggio di successo, i celebri Trabaccolanti.

Questo equipaggio, composto da Paolo Diana, Gaetano Caccavallo, Giuseppe Nacci, Vittorio Narducci e Peppino Lissona al timone, conquistò nel 1901 a Zurigo il primo titolo europeo per un’associazione italiana, nonostante uno stile di vogata considerato poco elegante ma straordinariamente efficace.

I Trabaccolanti, campioni a Zurigo il 17 agosto 1901
Il Quattro con del Barion sullo specchio d’acqua antistante la prima sede del Circolo
Il trofeo “Trabaccolanti”

Gli ostacoli e la rinascita

In un’epoca in cui le attività sportive non erano centrali per la vita sociale, soprattutto nel Sud Italia, il canottaggio trovò comunque il modo di radicarsi. Merito di una rete di soci appassionati che sostennero la costruzione di una nuova sede in stile Liberty, simbolo di rinascita e speranza.

Nel 1930, con il progetto dell’architetto Saverio Dioguardi, venne realizzata l’attuale sede del Barion, una struttura a forma di nave situata lungo il molo San Nicola. L’opera si inseriva nel contesto del nuovo lungomare progettato da Araldo Di Crollalanza, podestà di Bari e ministro dei lavori pubblici, che trasformò la costa cittadina in un simbolo di eleganza e modernità.

L’imbarcadero del Barion: alla fine del molo San Nicola si vede il ristorante Posillipo.
La seconda sede del Barion, nel 1923, appena costruito il lungomare, alla radice del molo san Nicola, dove ora c’è il giardino di ‘Nderrelalanze. Sulla destra il Circolo Tennis Skating Club
Inaugurazione della nuova sede del Reale Circolo Canottieri Barion alla presenza di Araldo di Crollalanza

Un’eredità che guarda al futuro

Dal Barion sono nati protagonisti che hanno segnato la storia del canottaggio pugliese e italiano. Tra questi, i fratelli Gianoccaro, fondatori del circolo Promonopoli, e Ignazio Lojacono, figura chiave per lo sviluppo del canottaggio universitario con il Cus Bari.

Oggi, il Circolo Canottieri Barion e il Cus Bari continuano a rappresentare un punto di riferimento per lo sport e la cultura del mare, mantenendo viva una tradizione che affonda le sue radici in un passato glorioso e che guarda con entusiasmo alle sfide del futuro.

La passione per il mare e lo sport non si spegne: a Bari, il canottaggio è molto più di una disciplina, è parte integrante della sua identità.

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